consapevoli

Da chi dipende la nostra vita?

da chi dipende la nostra vita?

Da chi dipende la nostra vita?

Una delle tante convinzioni acquisite, un po’ da tutti noi, è quella di credere che il nostro stato attuale e la nostra vita dipendano sempre più spesso dalle circostanze esterne, o dai soldi che non abbiamo, o dal comportamento degli altri. E il fatto grave è che spesso non ne siamo nemmeno consapevoli. La conseguenza di tutto ciò è che accettiamo di subirne le conseguenze, vivendo una vita che desidereremmo cambiare, ma che in realtà accettiamo di subire, per mancanza di coraggio.

E se invece decidessimo di non lasciare le cose nelle mani del fato?

Se cominciamo a credere che possiamo prendere il controllo della nostra vita e che non è giusto rimanerne fermi ad aspettare, allora non accettiamo più l’idea che ci troviamo in quella situazione a causa di altri, e che non è vero che non possiamo farci niente. La fiducia nel nostro potere di cambiare le cose fa si che  cominciamo a pensare che prima o poi qualcosa accadrà, e che troveremo un modo per raggiungere i nostri obiettivi. E così, cominci ad essere più attento ai piccoli dettagli, a tutto ciò che ascolti, che vedi e a tutto ciò che ti dici. Questi pensieri creano a cascata tutta una serie di avvenimenti e di momenti, che non sai neppure tu come siano partiti o accaduti, ma che generano il cambiamento, la crescita, che ti aprono le porte alla fantasia, spingendoti a partire alla grande. E così, improvvisamente, tutte quelle cose che erano rimaste li, ferme, che non avevano avuto modo di andare avanti, vengono spinte in un vortice. E tutto riparte.

Consapevolezza

Consapevolezza.

– quanto siamo consapevoli delle nostre azioni?
– e poi, quanto siamo disposti ad accettare le cose di cui diventiamo consapevoli? Sono due domande legate a doppio filo. Se accetti di essere consapevole della tua vita, devi essere poi disposto ad accettare il cambiamento che ne consegue.
Diventare consapevoli delle proprie azioni e dei propri comportamenti, vuol dire cambiare atteggiamento, ed essere disponibili a cambiare il proprio comportamento e le proprie abitudine, che a quel punto diventano spesso obsolete. Ma cambiare è un po’ come ammettere il proprio fallimento, il fallimento delle nostre idee preconcette. E questo di per se ci crea sofferenza, perché dobbiamo ammettere che non è sempre vero ciò che crediamo sia vero o falso, giusto o sbagliato. Ci sono persone che piuttosto che cambiare, preferiscono negare l’evidenza. Lo vedi tutti i giorni. C’è chi è abituato ad usare quel telefonino e non lo cambierebbe per tutto l’oro del mondo, anche se non funziona bene, perché quello ormai lo conosce e con un telefono nuovo dovrebbe ricominciare ad imparare ad usarlo. Ragazzi, il cambiamento crea panico e insicurezza, lo sappiamo. E allora perché cambiare?
L’altro giorno, una mia amica a cui avevo detto: “dici che quel telefono non funziona e che si blocca in continuazione. Ed è pure vecchio. Ma perché non te ne compri uno nuovo?” “Lascia perdere, mi ha detto, mi tengo il mio telefono così com’é. Lo cambierò solo quando non funziona più. Fino a che non sarò costretta a cambiarlo, me lo tengo”.
Non c’è niente da fare. La maggior parte delle persone si ostina, anche di fronte all’evidenza, a comportarsi nel solito modo, pur di non cambiare, di non accettare di doversi trovare di fronte a cose nuove, a nuove esperienze, e a una diversa visione della vita. Le persone non vogliono cambiare. E soprattutto non vogliono accettare il disagio iniziale ed il dolore che può crearsi nell’allargare i propri orizzonti.

Estratto n.6 (dal libro: fumo zero) – abitudine e stress

Ciascuno di noi ha le proprie abitudini. Abitudini che ci guardiamo bene dal cambiare. Ma sono le piccole abitudini che contribuiscono, giorno per giorno, a farci perdere la nostra elasticità mentale, facendoci fare sempre le stesse cose, e facendoci comportare sempre allo stesso modo.

Estratto n. 1 (dal libro: fumo zero) – appunti

Vi è mai capitato di sentire un fumatore dire che il fumo è un vizio difficile da eliminare? E così ti dice che gli piacerebbe smettere, che ha provato più volte, e che dopo un po’, è ritornato a fumare. Ti dice in pratica che quel vizio non è gestibile, perché è più forte di lui.