il senso di colpa

Chi è non si mai sentito in colpa, anche se solo per un attimo? Ecco, il senso di colpa è un comportamento automatico che ci destabilizza, facendoci passare la voglia di riprovare. Ce lo inculcano fino da quando nasciamo.

Riflettendo sui miei comportamenti presenti e soprattutto su quelli passati, ho individuato una serie di elementi che sono alla base del senso di colpa. Ciò non toglie che non ce ne possano essere degli altri.La causa prima di questo nostro comportamento è la religione. 

Purtroppo la religione cattolica, che è quella che da questo punto di vista conosco meglio, è quella che ti inculca, fin dall’inizio (io mi riferisco a diversi anni fa, quindi non so se vale anche per l’oggi) che, se osservi le regole del buon cristiano, sarai premiato nella tua seconda vita; se invece non le rispetti, sei in peccato e devi pentirti, confessarti, e un domani potrai forse, aspirare al paradiso. Qualcuno si ricorda dei famosi “atti impuri”? 

Io mi ricordo di quando, all’inizio della mia pubertà, andavo in giro e vedevo le ragazzine in mini-minigonna. Cosa credete che pensassi? Quali potevano essere i pensieri di allora? Be, ricordo che il prete, durante il corso per la preparazione alla prima comunione, ci diceva che questi erano atti impuri. E allora io mi dicevo: ma come è possibile? Come fai a non pensare a queste cose? 

E così cominci a sentirti in colpa. Altro elemento: la famiglia. Molto spesso, la prima cosa che fa un genitore con un bambino, magari pensando di farlo per il suo bene, è di educarlo usando il senso di colpa, per spingerlo a fare le cose che loro vogliono siano fatte.

E allora, invece di farti capire che quel comportamento è sbagliato, e che non va usato, iniziano ad usare frasi del tipo: non fare così, perché altrimenti fai piangere la mamma!
Un altro elemento, generatore di senso di colpa, è il gruppo di cui fai parte, la società, le persone stesse che frequenti. 

Quando qualcuno vuole spingerti a fare qualcosa che tu non vorresti fare (questo comportamento viene usato sia da coloro che sanno come pilotarti, ma anche dalle persone normali, che pur non essendo consapevoli del loro comportamento, lo usano perché hanno imparato che funziona) cerca di farti passare per una persona irresponsabile, senza cuore, senza sentimenti, o cattiva. Usa cioè la riprova sociale.

Tutti questi elementi vanno quindi a lavorare su quel senso di colpa complessivo di cui parlavo all’inizio, colpendo soprattutto le persone sensibili e insicure, spingendole magari ad andare contro i propri interessi, i propri principi, ed i propri desideri, pur di non creare dispiacere negli altri.

Un modo di comportarsi, che per me funziona molto bene, aiutandomi anche a cambiare il mio comportamento, è quello di dirmi “bravo”, ogni volta che riesco a portare a termine una qualsiasi cosa che ho programmato, o che ho deciso di fare.

Invece, ogni volta che non ottengo il risultato voluto, non mi dico che ho fallito – pensiero che potrebbe quindi farti venire in mente quel senso di colpa – ma piuttosto che ho ottenuto un risultato diverso, oppure una sconfitta provvisoria. 

Quindi accetto l’esperienza così com’è, anche se negativa, e mi riprogrammo la cosa. Mi viene in mente Edison è l’invenzione della lampadina. Se lui ha fatto più di un migliaio di tentativi prima di ottenere il risultato di fare accendere quella benedetta lampadina, 

perché io non posso provare più e più volte a rifare le cose che non riesco a portare a termine, fino ad ottenere il risultato desiderato?

È ovvio che poi devi essere onesto con te stesso. Non puoi prenderti per i fondelli.
Risultato: maggiori risultati, maggior benessere psicologico, e migliore gestione del senso di colpa. E cosa da non sottovalutare: accettazione dei propri fallimenti, che diventano importanti per la nostra esperienza futura.

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