estratti dal libro “fumo zero”

Obbiettivi e risultati

Credo di sapere ormai, almeno credo, come pianificare obbiettivi che portino a risultati. Ciò malgrado, in questo periodo sto avendo difficoltà a raggiungerne alcuni. L’altro giorno, mentre camminavo, riflettevo su questa cosa e mi è venuto in mente un episodio accadutomi qualche anno fa, e che ho descritto nel mio libro sul fumo.

Spesso abbiamo paura di tentare.

La paura di tentare.

Spesso abbiamo paura di tentare (estratto dal mio libro: fumo zero in 30 minuti).

E così ci dimentichiamo dei grandi benefici che potremmo ottenere, a seguito del cambiamento.

Mi dirai: ma non è così facile decidere di punto in bianco di smettere di fumare. Lo so. Quando ho deciso di smettere “di drogarmi” – sì, questa è la parola giusta – ero convinto che ce l’avrei fatta, anche se avevo messo in conto la possibilità di non riuscirci. E’ una cosa che può capitare, mi dicevo. Esce fuori un imprevisto, e tutto va a gambe per aria, tu e la tua voglia di smettere.

Hai deciso di smettere di fumare ma non sai come fare?

Allora, armati di tanta buona volontà e rispondi alle domande che sto per porti. Alcune di queste potranno metterti un po’ in difficoltà, farti fare un pizzico di fatica in più, rispetto alla normale lettura. Questo è il prezzo minimo che dovrai pagare per raggiungere il tuo risultato. 

Le abitudini sono tra i principali nemici della nostra crescita.

Sei mai andato in palestra? Suppongo di si. E cosa hai fatto la prima volta che ti sei iscritto e hai frequentato? Arrivato nello spogliatoio, ti sei cambiato ed hai messo la borsa in un armadietto, che avevi trovato libero. E quando, dopo un po’ di volte che utilizzavi quell’armadietto lo hai trovato occupato, cosa ti sei detto? “Me l’hanno rubato! Era il mio!” 

Quanto siamo disposti ad accettare i nostri sbagli?

Oggi pomeriggio parlavo con una persona non troppo giovane, e non ho potuto fare a meno di riflettere su cosa significhi in realtà la parola consapevolezza. Lei si ostinava a giustificare i suoi comportamenti, malgrado l’evidenza dei fatti. E così ho provato a mettermi nei suoi panni, per cercare di capire. Ecco, spesso tendiamo a giustificare a spada tratta le nostre azioni ed i nostri comportamenti, perché questi ci danno sicurezza. Siamo disposti anche a negarne l’evidenza, pur di giustificarci. E questa cosa mi ha fatto pensare che, in realtà, diventare consapevoli di ciò che facciamo non è né normale, né facile.

Segreto n. 10: diventare consapevoli di ciò che facciamo non è né normale, né facile. Questo perché dobbiamo anche essere disposti ad accettare i nostri sbagli, e a volte, a dover mettere in discussione anche tante scelte fatte fino ad oggi.

Estratto n. 8 (dal libro: fumo zero). Le persone consapevoli sono sempre disposte ad accettare i loro sbagli ed a correggere i propri errori.

Allora, quanto sei consapevole delle tue azioni, soprattutto di quelle automatiche, che sfuggono normalmente al tuo controllo?
E a questa domanda se ne associano delle altre, fondamentali: ma quanta fiducia hai in te stesso e nelle tue possibilità di riuscita? E poi, quanta voglia hai di cambiare? 

Giustificare i nostri comportamenti ci dà sicurezza

Oggi pomeriggio parlavo con una persona non troppo giovane e non ho potuto fare a meno di riflettere su cosa significhi in realtà la parola consapevolezza. Lei si ostinava a giustificare i suoi comportamenti, malgrado l’evidenza dei fatti. E così, ho provato a mettermi nei suoi panni, per cercare di capire. Ecco, spesso tendiamo a giustificare a spada tratta le nostre azioni ed i nostri comportamenti perché questi ci danno sicurezza. Siamo disposti anche a negare l’evidenza, pur di giustificarci. E questa cosa mi ha fatto pensare che, in realtà, diventare consapevoli di quello che facciamo, non è né normale né facile. La difficoltà sta proprio nel fatto che non siamo disposti a ad accettare i nostri sbagli e a mettere in discussione le scelte sbagliate che facciamo.

Segreto n. 10. Le persone consapevoli sono sempre disposte ad accettare i loro sbagli ed a correggere i propri errori.